Consigli per l’alimentazione in quarantena

RELEGATI IN CASA, DOVE TROVIAMO CONFORTO?

Cambiare abitudini si sa, non è semplice nemmeno se siamo noi a deciderlo e se a questo aggiungiamo la mancanza di routine, di stimoli, la scarsa esposizione alla luce solare, l’assenza di relazioni sociali, la convivenza forzata in spazi spesso ristretti, la noia, non possiamo che veder aumentare ogni giorno l’ansia e di conseguenza lo stress ad essa associato. L’azione più semplice che possiamo effettuare per dare un’apparente, momentanea sensazione di benessere al nostro cervello e all’organismo è quella di mangiare e questo perché il cibo è sempre disponibile e semplice da raggiungere e funge da perfetto elemento ingannatore in compensazione alla mancanza di quelli che sono bisogni reali di qualsivoglia natura.

I problemi che ne derivano sono principalmente due:

  • si mangia troppo e troppo spesso
  • si mangiano le cose sbagliate, cibi che fanno ingrassare, ma principalmente, rendono più vulnerabile il nostro sistema immunitario

Se ci pensate è piuttosto illogico. Non usciamo da casa per evitare di ammalarci ma assumendo cibo di continuo, rischiamo di farlo.

Per non incoraggiare i processi virali, dobbiamo sicuramente ridurre al minimo tutti i processi infiammatori. I segnali che il nostro organismo ci manda, come ad esempio mal di testa ricorrente, intestino sempre gonfio, colite, gastrite, stipsi o diarrea, altro non sono che dei campanelli d’allarme di un processo infiammatorio già in atto, di cui la maggior parte delle persone non è consapevole.

Per affrontare un nemico tanto insidioso quanto il COVID-19, è importante non contribuire ad amplificare i processi infiammatori che come già espresso in precedenza, indeboliscono le difese immunitarie.

COSA NON MANGIARE PER NON FAVORIRE I VIRUS

Tra gli ingredienti più infiammatori troviamo tutti i carboidrati raffinati e integrali, come le farine, la pasta, la pizza, il pane, i crackers, i grissini, le torte, i biscotti, i gelati, le merendine, gli yogurt alla frutta, i succhi di frutta, la polenta, il semolino, la birra e così via.

L’eccesso di zucchero (carboidrati) favorisce la risposta infiammatoria, la resistenza alla leptina (ormone che regola il senso di sazietà) la replicazione cellulare e la resistenza all’insulina, anche questo ormone fondamentale nel metabolismo cellulare.

Attenzione anche ai legumi che sono costituiti all’incirca per la metà da zuccheri e per metà da proteine e se associati ad altri carboidrati, non fanno che aggravare ulteriormente la situazione.

Importante anche prestare attenzione agli oli di semi perché contengono alte quantità di Omega 6, il cui eccesso può alterare la membrana di tutte le nostre cellule e scatenare la risposta infiammatoria. Li troviamo negli alimenti confezionati e industriali: sughi pronti, insaccati di bassa qualità, cibi già preparati, precotti, merendine, creme spalmabili, patatine etc… che contengono anche elevate quantità di glutammato e aspartame, anch’essi altamente infiammatori.

Per finire, molta attenzione ai cibi ricchi di fruttosio aggiunto (quello industriale non viene dalla frutta, ma è estratto chimicamente a partire dal glucosio presente nell’amido di mais), succhi di frutta, biscotti, merendine, yogurt alla frutta, cereali per la prima colazione, barrette, torte confezionate, alcuni legumi in scatola, alcune passate di pomodoro, alcune verdure surgelate, i gelati e via di seguito. Il metabolismo del fruttosio produce acido urico che favorisce i processi infiammatori.

Il nostro cervello, a torto o a ragione, ha bisogno di essere coccolato.

COSA MANGIARE PER RENDERE STABILI LE NOSTRE ENERGIE FISICHE E MENTALI

Il cervello funziona più e meglio con i grassi di qualità che non con gli zuccheri; infatti aumentare l’apporto di grassi di qualità vuol dire investire in salute. I grassi trasformati in chetoni dal fegato sono la principale fonte di energia per il cervello che li utilizza per attivare i mitocondri (piccolissimi organelli all’interno delle cellule di cui sono la centrale energetica). La respirazione cellulare all’interno dei mitocondri permette di produrre grandi quantità di energia sotto forma di molecole di Adenosina Trifosfato (ATP).

I grassi che vengono introdotti con la dieta e i grassi in eccesso dell’organismo (trigliceridi) vengono utilizzati dal fegato che li trasforma in chetoni, molecole che entrano nel ciclo cellulare per produrre energia. Questo meccanismo avviene solo se i livelli di insulina sono sufficientemente bassi da favorire gli enzimi che smontano i grassi.

Per abbassare i livelli di insulina al fine di far partire il metabolismo dei grassi è necessario diminuire al massimo tutti i carboidrati, anche integrali, e non eccedere con le proteine poiché il loro eccesso si comporta come lo zucchero stimolando l’insulina, aumentando l’apporto di grassi di qualità ed anche i tempi durante i quali non si mangia, soprattutto dopo cena. Questo accorgimento, oltre a tenere bassa l’insulina, aiuta il cervello a non sentire il senso di noia e di vuoto. Inoltre gli sbalzi glicemici e di insulina nel cervello non permettono un corretto funzionamento cognitivo ed emotivo.

Introducendo nella nostra dieta un maggior apporto di grassi giusti, oltre al nostro cervello a giovarne saranno anche il nostro palato e l’intero organismo. Quando parliamo di grassi giusti ci riferiamo a uova, avocado, noci, mandorle, cioccolato extra fondente, burro di cocco, carni grasse, pesci, panna etc.

Non dimentichiamo inoltre la verdura, che oltre a contribuire alla motilità intestinale, contiene pochissimi carboidrati ed è fondamentale per garantire la buona salute del microbioma intestinale che utilizza le fibre che l’organismo umano non riesce a digerire, per produrre acido folico, vitamina K e vitamine del gruppo B fondamentali per il metabolismo energetico.

Articolo a cura di Serenella Bertelli -coach alimentare

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