Covid, le possibili reazioni di soccorritori e sanitari

Nelle situazioni di maxiemergenza, quando un grave evento critico colpisce una popolazione intera come in questo caso, si viene a creare una condizione di elevata emotività che riguarda l’individuo, la comunità e gli stessi soccorritori.

E’ l’evento critico stesso che causa anche nei soccorritori reazioni emotive particolarmente intense, tali da poter talvolta interferire con le capacità di funzionare sia durante l’esposizione allo scenario che in seguito, per tempi diversi e individuali.

Durante la fase operativa

puoi sperimentare alcune delle seguenti reazioni:

  • Disorientamento di fronte al caos dello scenario
  • Stress da sovraesposizione di richieste (appelli delle vittime, bisogni cui far fronte…)
  • Impotenza e inadeguatezza
  • Onnipotenza e assenza della percezione del limite
  • Identificazione con le vittime e/o familiari
  • Frustrazione e rabbia per il mancato riconoscimento e/o la disorganizzazione istituzionale.

A fine turno e/o al rientro a casa

Puoi provare una vasta gamma di emozioni quali tristezza, colpa, rabbia, paura, confusione e ansia.

Talvolta, invece, apparentemente non “si sente” nessuna emozione.
Possono anche svilupparsi reazioni somatiche come disturbi fisici (mal di testa, disturbi gastro intestinali, ecc.), difficoltà a distendersi e rilassarsi.

Vi sono marcate differenze individuali nella comparsa, nella durata e nell’intensità di queste reazioni. Poiché il processo di elaborazione è soggettivo, è possibile che in alcuni compaia solo una di queste reazioni oppure diverse contemporaneamente, in un giorno o in un arco temporale più lungo.

TUTTE QUESTE EMOZIONI E REAZIONI SONO LEGITTIME PERCHE’ SIAMO ESSERI UMANI!

CIASCUN SOCCORRITORE E SANITARIO DEVE AVERE IL DIRITTO DI ESPRIMERLE ED ESSERE AIUTATO A RIREGOLARSI SIA A LIVELLO EMOTIVO, CHE FISIOLOGICO, CHE COMPORTAMENTALE

 

L’intervento in soccorso si articola in diverse fasi e ognuna di esse è associata a specifiche reazioni:

1) ALLARME: inizia quando si viene a conoscenza di un evento critico in cui bisogna intervenire. Si può considerare come il primo impatto con l’evento critico.

Le reazioni:

  • fisiche: accelerazione del battito cardiaco, aumento pressorio, difficoltà respiratorie;
  • cognitive: disorientamento, difficoltà a dare senso alle informazioni ricevute e nel comprendere la gravità dell’evento;
  • emozionali: ansia, stordimento, shock, inibizione;
  • comportamentali: diminuzione dell’efficienza, aumento del livello di attivazione, difficoltà di comunicazione.

2) MOBILITAZIONE: rappresenta il momento in cui gli operatori iniziano ad agire sulla scena.
In questa fase sono presenti a livelli minori i vissuti e le reazioni della fase precedente.
A questi si associano, come fattori di recupero dell’equilibrio, il trascorrere del tempo, il passaggio all’azione finalizzata e coordinata e l’interazione.

3) AZIONE: è il momento in cui l’operatore di soccorso inizia l’intervento di promo soccorso a favore delle vittime.
Le emozioni vissute possono essere molteplici e contrastanti tra loro.
Le reazioni:

  • fisiche: aumento del battito cardiaco, della pressione, della frequenza respiratoria, nausea, sudorazione, tremore;
    cognitive: difficoltà di memoria, disorientamento, confusione, perdita di obiettività, difficoltà di comprensione;
  • emozionali: senso di invulnerabilità, euforia, ansia, rabbia, tristezza, sconforto, assenza di sentimenti;
  • comportamentali: iperattività, aumento dell’uso di tabacco o alcol o farmaci, facilità allo scontro verbale, perdita di efficienza ed efficacia nelle azioni di soccorso.

4) LASCIARSI ANDARE: è il momento che si verifica alla fine del servizio, quando si ritorna alla routine lavorativa e sociale.

  • I contenuti che caratterizzano questa fase sono:
  • carico emotivo, durante l’azione è stato represso e nel ritorno alla normalità riemerge;
  • complesso di vissuti, rappresentato dalla separazione con i colleghi e il ritorno alla quotidianità con le relative aspettative.

 

articolo a cura delle dott.sse Bianca Bisioli e Silvia  Crespi

Centro di psicoterapia Essere Esseri Umani

 

 

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